Prozac +

Centoquarantamila copie dopo, riecco i Prozac+. Dopo lo stratosferico, imprevedibile successo del precedente Acido/Acida, album del '98 e prima vera esposizione ad alti livelli per l'intera scena underground del punk italiano, il terzetto di Pordenone torna in pista in questi giorni con la pubblicazione del nuovo album 3 Prozac+, lavoro dal titolo senza troppa fantasia ma che nasconde tutto il 'succo' musicale della band friulana.

Le quattordici tracce dell'album, con tanto di cover finale della Boys Don't Cry dei Cure, sono infatti una continua scarica di energia lanciata ad ultravelocità dalle chitarre di GianMaria e dal basso-cardine di Elisabetta, su cui poi sopra si stende come uragano la voce di Eva a raccontare disagi e difficoltà di una generazione spiazzata, cresciuta senza poter davvero credere in niente e nessuno.

Ma l'album non è la sola novità 'grossa' in casa Prozac: a maggio, infatti, il gruppo pubblicherà anche il suo primo lavoro per il mercato straniero, con una sorta di best delle proprie canzoni revisionate ed adattate in lingua inglese. Un traguardo clamoroso che apre 'autostrade' al gruppo ed all'intera musica tosta italiana, ricordando anche come solo cinque anni fa i Prozac+ erano ancora nella loro cantina a provare, cercando in ogni modo di portare fuori la propria musica. Ed oggi invece…

Gianmaria: "Vuoi sapere che ne pensiamo, forse? Mah, la verità è che tutto sommato non lo sappiamo nemmeno noi cosa (ci) è successo. E' chiaro che se suoni, e hai voglia di fare questo in un modo professionale, stai lì e quando pubblichi il tuo album, intrecci le dita e speri che più gente possibile abbia la possibilità di ascoltarlo e che, dopotutto, la tua musica piaccia agli altri.

Però quello che è capitato a noi Prozac è qualcosa che è andato definitivamente oltre questo e oltre ogni aspettativa. Quando Acido/Acida ha iniziato a vendere, eravamo contenti. Quando poi le cifre sono diventate quelle che sono, non sapevamo nemmeno più noi cosa pensare. Perché, sì, pensi che sia bello, ma in realtà il sentimento che prevale è che te la stai facendo sotto dalla paura, quando realizzi ciò che hai involontariamente provocato..."

Fate una musica tosta e a velocità sostenuta: quali sono i gruppi che in qualche modo vi ispirano quando si tratta di scrivere nuova roba?

"I Prozac+. No, davvero, non stiamo scherzando. Il fatto è che una cosa insita nella vita stessa della band. Noi veniamo fuori da noi stessi, abbiamo iniziato a suonare confrontandoci continuamente con i nostri limiti, che erano e rimangono tanti. Diciamo che su questi abbiamo costruito tutta la nostra musica e l'intera storia dei Prozac+.

Sai cosa? Che in ogni situazione affrontata fin qui non abbiamo mai avuto niente da perdere, e così ci siamo sempre buttati per vedere cosa succedeva. E' capitato per i primi concerti, per il primo tour italiano, per il contratto major che la Emi ci proponeva quando eravamo ancora dei perfetti sconosciuti. Come un continuo arrembaggio, ecco cosa. Che però, mossa dopo mossa, ci ha portato fino a qui. Anche la storia del disco in inglese nasce da questo. Pensa, ce lo ha chiesto addirittura la Emi inglese, per loro i Prozac sono una priorità in campo europeo.

Capisci come? E' ovvio che la cosa ci risulta strana e ci fa paura al tempo stesso, noi abbiamo iniziato a suonare soltanto per noi e quando facevamo dei concerti quindici chilometri fuori Pordenone eravamo già soddisfatti, non ci potevamo credere. Ora è chiaro che 'la prospettiva' è cambiata: però noi siamo qui e ci proviamo, vediamo un po' cosa succede. Anche se modificare i nostri testi in inglese e farli collimare alla musica è stata una faticaccia niente male, forse la peggiore che abbiamo dovuto affrontare da quando esiste la band…"

"Midnite" Vultur segna il ritorno verso i suoni di "Odelay" con un Beck che ha raggiunto una qualità espressiva più matura e disimpegnata. L'album è un surrogato di R&B, suoni elettronici, rock sudista e psichedelica, il tutto evoca un'atmosfera nostalgica per gli anni settanta:

"Amo molto gli anni settanta, soprattutto la musica che si faceva intorno al 1975. Però penso che sia vero che Midnite Vulture ricordi il passato ma credo che sia qualche cosa di diverso, che rappresenti il suono del 2000. Non ho usato troppa tecnologia anche se ha la sua rilevanza nell'album. Penso che ognuno possa trovarci un aspetto diverso, è come uno psycho-viaggio che spinge a muoversi e a ballare"

Come si pone il punk nei confronti di Internet? E poi voi ce l'avete un sito web?

"Sul sito ci stiamo lavorando, dovrebbe essere veramente attivo fra pochi giorni, si chiamerà www.prozacweb.com e rispecchierà il nostro pensiero su Internet e sul valore che la rete avrà sempre più nella vita di tutti i giorni.

Sia ben chiaro, non è che stai parlando con un gruppo di geni dell'informatica. Io il mio primo computer l'ho avuto soltanto lo scorso anno, e tutto l'abbonamento iniziale ad Internet l'ho speso guardando siti porno, tipo quello di Pamela Anderson. Però è chiaro che il Web va oltre questo, e sul nostro, ad esempio, ci sarà dentro tutto il mondo che ci interessa, perciò contatti con i fans ma anche notizie utili, link con gruppi amici e chissà cos'altro.

In piena libertà, così come è giusto che sia, anche perché abbiamo visto che le mani prensili dei censori stanno prepotentemente cercando di infiltrarsi anche su Internet, limitando la libertà di linguaggio e di pensiero che è la linfa stessa della rete. Ma dico: 'sta gente non ha proprio mai nient'altro da fare che andare continuamente a rompere i cog**oni al prossimo?"

- 28-4-2001

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