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Grazie alla Drag City,che ristampa per la prima volta in via del tutto ufficiale questa gemma perduta d'altri tempi(anche se in verità se ne è occupata già nel 1998 la Flash 65),ci accorgiamo di Gary Higgins,stupefacente sorpresa di inizio autunno.
Registrato nel lontano 1973 nel New England ed uscito inzialmente in pochissime copie per la Nufusmoon Records(etichetta di proprietà dello stesso Higgins),"Red Hash"-che all'epoca incontrò ostacoli legali in seguito alla sua pubblicazione-si conferma all'istante opera contrassegnata da un grande fascino,imbevuta di antichi ed inebrianti aromi,che lo scorrere degli anni sembra non avere dissolto o alterato affatto.
E ciò può accadere solo quando si ha a che fare con dischi baciati da una bellezza compositiva unica,speciale,tale da rendere le tracce ivi contenute immortali,sempre verdi.
"Red Hash" è un caleidoscopio di sogni alimentato da visioni psichedeliche e delicate essenze pop-folk,talvolta crepuscolari ("Cuckoo"),dagli introspettivi abbagli melanconici("Telegraph Towers")e dai soffusi umori intimisti("Ticker Than A Smokey").
In aggiunta due bonus tracks dalla matrice blues:"Don't Ya Know" e "Last Great Sperm Whale",risalente ad inizi anni '80 la prima,del 1975 la seconda.
Six Organs Of Admittance,Animal Collective,Espers,White Magic,Joanna Newsom,Sunburned Hand Of Man tra gli estimatori.
(Drag City/Wide)
(5/5)
Massimiliano Drommi
- 8-10-2005
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