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Due sorelle,Bianca e Sierra,balzate agli onori di critica e pubblico con un lavoro d'esordio-quel "La Maison De Mon Reve"-che ha lasciato a bocca aperta e stupito un po' tutti per innocenza ed elementarità d'approccio,fulgido esempio di come poter creare dal nulla bozzetti e frammenti sonori stranianti e curiosi,avvolti da un'aura incantata rintracciabile andando a ritroso nel tempo, contornati però da minime sfumature e piccoli accenti tanto da farli risultare sorprendentemente attuali,dal subliminale respiro contemporaneo.
Ma in alcune circostanze,specialmente se favorevoli,è necessario nutrire intuizioni rivelatesi esatte con qualsiasi arma creativa o fantasiosa a disposizione,per non cadere tra le robuste braccia di Orfeo.
E come è possibile 'spezzare incantesimi',così "Noah's Ark" si riduce in mille frantumi ad un primo contatto con i padiglioni auricolari.
Vocine infantili,deliri lirici,ballatine pop-folk,miagolii gospel, rumori d'ambiente,ritmi pseudo trip-hop,liquefazioni oniriche e un astrattismo scolorito da lasciare storditi;in un affastellamento dai risvolti incerti.
Nettamente inferiore al precedente album,"Noah's Ark",nel tentativo di coprire vistosi buchi con l'introduzione di guest di grido(l'anonimo Antony in "Beautiful Boyz" e Devendra Banhart, che forse neanche c'è),si perde così strada facendo(il trascurabile rappato in francese di un MC su "Bisounours"),a conferma di una noiosissima performance live avvenuta alcuni mesi fa.
(Touch And Go/Wide)
(3/5)
Massimiliano Drommi
- 23-10-2005
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