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My Brightest Diamond - Tear It Down - CD |
Prima di tentare l’approccio con “Tear It Down”, ho pensato bene di andarmi a riascoltare “Bring Me The Workhorse”, l’album di debutto di Shara Worden (la responsabile della sigla My Brightest Diamond), dato che il CD in pratica raccoglie dei remix tratti proprio dal disco uscito sul finire del 2006.
Che la statunitense avesse una voce fascinosa, formidabile e strabiliante lo si era già potuto constatare, e qui, anche nel bel mezzo di ‘situazionismi’ elettronici, non fa altro che risplendere senza restare in alcun modo scalfita dai vari trattamenti e manipolazioni effettuati sulle strutture dei brani.
I risultati ottenuti, come è lecito aspettarsi, vanno a parare in altre direzioni rispetto alle tracce originali, e in linea di massima possono essere considerati più che apprezzabili.
Con Alias si hanno leggere inflessioni hip-hop (“Golden Star”); Lusine la mette su un piano (simil) trip-hop vellutato (“Workhorse”); Gold Chains vira sull’electro-dance (“Freak Out”); Stakka crea scenari incantati (“Disappear”); Murcof, inconfondibile, ricama atmosfere ombreggiate puntellate da beat minimal-techno (“Dragonfly”); Kenny Mitchell immerge dentro ritmiche drum’n’bass (“Feak Out”, di nuovo); Haruki ritaglia bozzetti intimisti (“We Were Sparkling”); David Michael Stith lascia fluire immagini oniriche (“Gone Away”) mentre Strings Of Consciousness si affida ad ambientazioni post-rock di tortoisiana memoria (“Gone Away”), l’altro pezzo che deve aver suscitato un grande interesse).
(Asthmatic Kitty/Goodfellas)
(4/5)
Massimiliano Drommi
- 27-2-2007
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