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Altro duo, altra musica strumentale. Sono francesi di Reims: uno si chiama Jud (chitarra), l’altro Frank (batteria) e arrivati a questo punto non possiamo esimerci dal dovere di portarvi a conoscenza del fatto che l’epidemia globale da formazione a due post/math-rock sta assumendo di giorno in giorno proporzioni sconcertanti, deprimenti per il panorama musicale in sé (ma anche per chi si ritrova ad ascoltare), e non sappiamo dirvi quando si riuscirà a debellare questo terribile ‘virus’ responsabile di cotanti appiattimenti stilistici e montagne di dischi in definitiva identici l’uno all’altro.
I 37500 Yens, in fin dei conti, svolgono egregiamente il loro compito sul versante di un suono duro e nervoso, anche se comunque la situazione rimane pressoché stazionaria.
Deviando per pochi istanti dalle parti dei Sonic Youth (“Chapitres”); introducendo una scalpitante tromba dai languori free-jazz (“Canard Boiteux”); ricamando arpeggi di buon gusto (“Intérieur 1”); annichilendo con scariche noise-core (“Intérieur 2”) e facendo un piccolo - ma apprezzabile - passo in avanti con le dolorose grida contenute in “The Sullivan’s Quartet”.
(Distile)
(3.5/5)
Massimiliano Drommi
- 2-11-2007
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