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Godflesh-Hymns-Album(Music For Nations/Audioglobe) |
In contemporanea all'uscita dell'acclamato "The Brotherhood Of The Bomb"come Techno Animal, progetto in rinnovata veste di hip-hop futuribile lungo i binari di un'opprimente corrente dub-noise/rock insieme al socio Kevin Martin,l'indomabile Justin Broadrick trova il tempo ed una bilanciata giusta dimensione per ridestare la sua creatura più agghiacciante di pura e rara bellezza metafisica,l'angelo sterminatore chiamato Godflesh.
Ancora una volta,una scabrosa ed annichilente mente fredda e calcolatrice è pronta a turbare con incursioni altamente corrosive gli angoli più occulti e remoti del nostro apparato psichico,con suoni minacciosi ed offensivi,densi di vibrazioni malsane e seducenti allo stesso tempo.
La devastazione più totale è oramai alle porte,sono anni che Justin lo profetizza,il declino della società moderna, gli inquietanti scenari di solitudine ed emarginazione lungo i bordi delle strade dei quartieri delle grandi metropoli, nell'abbandono tra le mani dell'indifferenza e del crudo cinismo, tra aria irrespirabile,gas tossici prodotti dai rifiuti dell'onnipotenza devastante delle macchine della morte quali sono le industrie,sotto un cielo grigio perenne,disumana alienazione,l'urlo disperato che precipata con un rumore sordo nell'oblio.
"Hymns",con i suoi densi ed irresistibili 73 minuti di musica,focalizza quanto di meglio potrebbero mai proporre oggi i Godflesh,impossibile pretendere di più,un album che nonostante la compattezza sonora,la chirurgica precisione strumentale,l'orribile svelarsi senza falsi pudori,il tono vocale mai rassicurante,scivola via in profondità generando come raramente accade,un sublime effetto di catarsi.
Purificazione attraverso il dolore,nell'intento di scacciare ombre ed incubi,mediante picchi di saturazione sonora ed inarrestabili mantra post-nucleari.
Difficile evidenziare in "Hymns" momenti migliori di altri,dato che l'intero album non presenta nessuna caduta di tono,agevole nell'ossatura dei brani,ottimamente rifinito e di durissimo impatto dall'inizio alla fine;estrema sintesi di metal concettuale,"grattate trash" di chitarra,riffs ultra incendiari.
"Jesu"(come è scritto sul retro copertina,ma il pc la legge come "Jesus",ovviamente)la tredicesima ed ultima traccia, tocca il cielo e lo buca,con la sua disperazione a mani congiunte,un misto di rabbia e strazianti invocazioni,senza ricevere alcun segnale:dopo 7 minuti di rabbia cieca l'atmosfera cambia radicalmente per diventare una commovente poesia slow-core,delicata e gentilmente impressionata da candidi arpeggi di chitarra,apice dell'intero "Hymns".
"Anthem",con l'iniziale giro semi-blues,è tra le cose più orecchiabili mai realizzate dai Godflesh,con un cantato liberatorio di ampio respiro,a tratti quasi orecchiabile; "Antihuman",con elementi elettronici,intarsi wha-wha e ritmica virata in direzione hip-hip,risente evidentemente dell'esperienza Techno Animal;"Regal" è un'altra concessione verso momenti più accessibili,propendendo ipoteticamente verso l'immaginario indie,"Paralyzed" con un riff perfetto nel ritornello paralizza letteralmente,con l'ausilio di sibilanti incursioni acute;"Vampires"invece inizia in lontananza, condensandosi in un'ossessione senza fine.

by Massimiliano Drommi - 27-12-2001
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