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Devics-The Stars At Saint Andrea-CD |
Dopo aver trascorso un lungo periodo di un anno in Italia,i losangelini Devics, affascinati dalle bellezze della nostra ovunque apprezzatissima penisola,hanno ben pensato di sfruttare l'atmosfera favorevole per definire e registrare il nuovo album, intitolato suggestivamente "The Stars At Saint Andrea",in omaggio al posto che li ha accolti,indimenticabile scenario dei loro recenti trascorsi di vita dalle nostre parti.
Di certo non si può parlare di evidenti cambi di rotta riscontrabili in maniera diretta sulle canzoni,conseguentemente alle influenze assorbite attraverso l'ambiente circostante in cui i Devics si sono ritrovati ad interagire, ma almeno l'umore(si spera)avrà condizionato quel particolare stato di appagamento dei sensi che emerge sottilmente donando emozioni rilassate,dalle profonde tonalità crepuscolari.
"The Stars At Saint Andrea" segna per i Devics (essenzialmente Sara Lov e Dustin O'Halloran) un piccolo ma non trascurabile cambiamento; accantonato in parte l'immaginario di jazz band da nightclub fumoso di terza categoria, schivato lo scomodo ostacolo che li vedeva pericolosamete sulla falsa riga dei Black Heart Procession,si è arrivati a tentare di percorrere strade diverse,anche se con una timidezza di fondo che ancora impedisce di compiere ulteriori grandi passi che sarebbe giusto aspettarsi.
L'iniziale "Red Morning"(presente nel cd come traccia video)è il classico tonfo al cuore, ipnotica,suadente nell'inedita veste elettronica, riuscita senza mezzi termini,con un synth molto new-wave in bell'evidenza nel ritornello e la drum machine inesorabile nel calcare una drammaticità quasi da incubo.
La successiva "Don't Take It Away" prosegue sulla stessa affascinante linea,ma l'idea di trovarsi difronte ad una raggiunta compiutezza svanisce presto.
A parte l'intimo feeling jazz di "All Your Beautiful Trees" e la battuta lenta di "The End And The Beginning",l'album si smarrisce tra egregi impasti folk("In My Room"), insidiose tetraggini("Connected By A String")ed evitabili ballate al pianoforte("Stretch Out Your Arms"), in attesa di uno spiazzante capolavoro che verrà.
(Bella Union/Wide)
by Massimiliano Drommi - 2-2-2003
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