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Chiusi nella loro eburnea torre del mistero,i Calla,terzetto di Brooklyn tendente all'oscurità più insondabile, si ripropongono in un formato sonoro genuinamente tradizionale nella sostanza anche se modificato da placidi interventi di natura sperimentale,tanto da risultare materia finemente trattata in contesti obliqui e circolari che finiscono per trascinare in una dimensione onirica ossessiva e claustrofobica.
Il precedente album di remix "Custom" aveva messo in evidenza il particolare spirito ricettivo della band nel voler considerare aspetti sonori differenti, sottolineando una già nota inclinazione nei confronti di peculiari strategie di ricerca sonora.
Con decisiva sensibilità ed estremo trasporto interiore,qualità indispensabili da tenere bene a mente se si vogliono comunicare emozioni pure senza cadere nell'incertezza di falsi atteggiamenti,i Calla con propulsiva raffinatezza,taglio melodico e spirito dissonante riescono a donare compostezza e sobrietà ai dieci episodi della raccolta.
"Televise" contribuisce alla perdita dei sensi come l'effetto di un potente anestetico che all'inizio immobilizza,e poi,quando l'effetto è terminato,rende difficoltosa la ripresa dei movimenti.
Rispettando una pallida essenzialità sonora alimentata da tormentati esistenzialismi,inevitabilmente comunicabili solo con toni spenti e traumatico disagio,i Calla sintetizzano con ammirevole classe un album che vive di pesanti ombre,come di spettrali visioni psichedeliche,tra sintomatici momenti di stasi meditativa ed introspettivi sussulti post-punk.
(Quatermass/Audioglobe)

by Massimiliano Drommi - 18-2-2003
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