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Ci vanno giù pesanti i Wolf Eyes di Ann Arbor Aaron Dilloway, Nathan Young e John Olson,autori di una discreta quantità di materiale nei formati più disparati(LP,CD-R,7",cassetta).
Dalla Sub Pop,dopo i 'candidi fiori pop' The Shins,Longwave, The Helio Sequence,un'autentica aggressione famelica a fauci spalancate.Oppure un incubo agghiacciante senza risveglio.
Un 'ingaggio' encomiabile da parte della label di Seattle, che dimostra ancora una volta lungimiranti aperture a 360°. Ma difficilmente l'album in questione si trasformerà in un campione di vendite com'è accaduto di recente con "Give Up" dei Postal Service,eventualità che sarà stata preventivata già in partenza,a scanzo di aspettative deluse(e scarsi riscontri in termini economici).
Ma veniamo a "Burned Mind".Una strumentazione composta in prevalenza da 'aggeggi' elettronici,voce strozzata e distorta. Ed una schizofrenia sonora malsana come 'rigurgito espressivo' non facilmente quantificabile da un punto di vista di 'centri nervosi danneggiati'.
Puro(industrial)noise sperimentale dall'effetto devastante, lacerante,prorompente.Cupa esasperazione in fase terminale. Nell'armadio,gli scheletri di Throbbing Gristle,Cabaret Voltaire,Nurse With Wound.Il terreno ideale dove lasciar germogliare 'rilassati' feedback glaciali(la title-track) ed ossessive ipnosi dissocianti("Stabbed In The Face", Village Oblivia").Ferite che sanguinano.
(Sub Pop/Audioglobe)

by Massimiliano Drommi - 28-10-2004
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