BERGAMO FILM MEETING (17-25 marzo)

E’ iniziata ieri pomeriggio la XIX edizione del BFM, unico festival cinematografico in Lombardia, al quale la Regione ha incomprensibilmente tagliato i fondi; nonostante i problemi di budget, il programma è valido e fornito (informazioni sul sito www.alasca.it/bfm ) e conta, oltreché i film in concorso, una personale sul regista francese Jacques Demy una sui film tratti dai romanzi di Graham Greene e un’esilarante selezione di cartoni animati Fleischer: Braccio di Ferro, Betty Boop, Superman... L’Auditorium dove si svolgono le proiezioni è gremito di pubblico, composto per lo più da giovani; ma guardando bene si scorgono i volti dei maggiori critici cinematografici italiani. La gente si attarda nell’atrio della sala, dove sono in vendita libri sul cinema a prezzo ridotto, cataloghi dei Meeting degli anni scorsi e pile di numeri di “Cineforum”, che ovviamente vanno a ruba; l’atmosfera è insomma euforica, più di quanto mi aspettassi io che frequento la manifestazione da un po’. Cos’è che entusiasma e contagia tutti? Forse il fatto che il primo film in concorso è italiano, ed è il primo film italiano realizzato secondo il Dogma 95 (la “tavola dei comandamenti” cinematografici ideata da Lars von Trier, il regista di “Dancer in the Dark”)? Forse il clima primaverile? Sta di fatto che, ancora una volta, l’inizio del BFM è sentito come un evento, l’aprirsi di una parentesi, l’occasione per conoscere registi, critici, attori, eventuali morosi; la carta vincente è infatti l’assenza di apparati tipici dei festival più grandi: niente passerelle, niente star né guardie del corpo, niente distanze fra pubblico e altre categorie, è tutto quasi confidenziale.

In mezzo a tale frenesia risulta persino più facile accettare che il film italiano, “Diapason”, non sia un capolavoro... ad ogni modo, la successiva visione del grande “Il terzo uomo” di Carol Reed, 1949, riconcilia anche gli animi offesi e li prepara agli ultimi sketches animati della serata; dopodiché, la gente continua ad attardarsi davanti all’ingresso fino ad orari indefiniti. Riuscirà l’accoglienza del pubblico a mantenersi così calorosa fino alla fine? A giudicare dalle visioni che ci attendono, sembra impossibile il contrario; vi farò sapere, ciao.

by Vera Brozzoni - 19-3-2001

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