Luther Blissett - The Open Pop Star

Luther Blisset non c'è più. Questo The Open Pop Star è la testimonianza che ci rimane dopo il suo séppukù, il suicidio rituale del samurai.

Ma chi era Luther Blissett? L'identificazione di un collettivo di artisti, una personalità multipla, un'entità a cui chiunque poteva far ricorso per atti di terrorismo mediatico contro ogni forma di copyright (che ovviamente questo disco rifiuta). Ispirandosi a un giocatore giamaicano acquistato dal Milan nella stagione '83 - '84 e che si distinse nel colpire pali a porta vuota, i network di libera creatività e di kommunication-guerrilla cominciano ad utilizzare Luther Blisset come firma per le loro azioni. Il nome quindi è No Copyright e chiunque può utilizzarlo per le azioni più disparate. La più nota, forse, è la beffa del 1994 ai danni della trasmissione televisiva Chi l'ha visto?, in cui Luther Blisset viene dichiarato scomparso e, naturalmente, mai ritrovato. Centinaia di creativi, dunque, a partire da quel momento decidono di sbarazzarsi della loro identità individuale ed usare questo nome multiplo. Non tutti si riconoscono in questo suicidio e, quindi, Luther Blisset potrebbe continuare a vivere ancora in qualche altra sua manifestazione artististica e mediatoco-terroristica. Ma veniamo alla musica.

Il cut and paste mediatico teorico è qui diventato una pratica e, seppure i risultati non sono terroristici quanto le intenzioni, ciò che viene dato in pasto alle orecchie dell'incauto ascoltatore è un bombardamento di stimoli apparentemente disomogenei ma in realtà risalenti a un progetto ben definito. Difficilissimo ingabbiare questo disco in definizioni o etichette, progioni culturali da cui fugge lontano con ogni mezzo. L'avant music che ne risulta è concettualmente interessante, mentalmente stimolante e a tratti assai godibile. Purtroppo in più di qualche episodio si ferma però al solo aspetto cerebrale tralasciando gli aspetti più squisitamente musicali.