Cinema - Pene D'amor Perduto

"Signori e signori, Sir Kenneth Branagh ha l'onore di presentarvi una commedia dell'immortale Shakespeare in chiave musicale: una commedia ballata e cantata, nella quale non mancheranno risate e divertenti frizzi, e della quale resterete sorpresi per l'originalità e la straordinaria bravura degli attori in essa impiegati!"

Queste potrebbero essere le parole usate per descrivere al meglio il nuovo film scritto, diretto ed interpretato da Branagh, attore che ha ormai preso gusto a mettere su pellicola le migliori commedie e tragedie del grande Shakespeare. E dovreste vedere con quale vena artistica! Di una divertente opera teatrale il regista ha fatto un musical che piacerebbe anche a Gene Kelly. Ambientato agli inizi della Seconda Guerra Mondiale in una corte di un immaginario paese, questo ironico film vede protagonisti quattro giovani, uno dei quali (l'italo-americano Alessandro Nivoli) è il re del paese suddetto. Questi ragazzi giurano di trascorrere un anno intero immersi nello studio, e soprattutto giurano di stare lontani dalle donne. Ma l'uomo è un animale pieno di debolezze, e Shakespeare lo sapeva benissimo: all'arrivo della regina di Francia, in visita per trattare con il re, i quattro si innamorano di lei e delle sue damigelle. Cosicché, dopo negazioni, privazioni, gag e battute a doppio senso, i quattro dichiarano il loro amore per le donne amate e, alla fine della Seconda Grande Guerra, le sposano.

Ma le parti più interessanti e piacevoli del film sono la colonna sonora e i balletti. La prima è composta da celebri pezzi di Gershwin, Kern, Porter e Berlin; brani come "They can't take that away from me" e "Lets face the music and dance", che sono diventati dei "miti" della musica di quei favolosi anni e che sono tuttora ascoltati da molti (li avrete sentiti di sicuro, anche se non ne conoscete i titoli). E poi la bravura degli attori, che si sono dovuti improvvisare ballerini (in particolare Branagh, un po' impacciato ma divertente) e hanno dovuto impararsi difficili coreografie a memoria. Insomma, un film riuscito molto bene. E anche se non c'è quella professionalità che c'era nei vecchi musical, non fa niente: almeno non ci siamo sorbiti un'altra di quelle noiose e pompose tragedie (o commedie) di Shakespeare che piacciono tanto ai registi contemporanei.

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